La maggioranza dei ricordi non sono, però, collegati alla memoria visiva, bensì a quella olfattiva.

Non è un caso se basta un profumo per farci tornare, di colpo, a un’estate lontana o a un momento dimenticato. Questo accade grazie a una delle forme di memoria più potenti e profonde che possediamo.

L’olfatto è l’unico senso che ha un collegamento diretto con il sistema limbico, la parte più antica del nostro cervello, sede delle emozioni e dei ricordi. Quando sentiamo un odore, questo non viene “filtrato” razionalmente come accade per la vista o l’udito: arriva diretto, crudo, autentico. E per questo ci colpisce così tanto.

Un profumo può riportarci in un luogo preciso, con una nitidezza sorprendente: la crema usata da nostra madre, la brezza salmastra di una spiaggia, l’odore del legno bagnato durante un temporale estivo.
Ogni volta che quel profumo si ripresenta, la mente lo riconosce, e lo associa immediatamente a quel ricordo.

Ci sono, quindi, profumi che non sono solo profumi: sono portali. L’odore della salsedine che resta tra le ciocche, lo spray al cocco rubato a un’amica in spiaggia, il balsamo leggero usato sotto la doccia di una casa affittata per le vacanze.
Conserviamo ricordi nei capelli, più di quanto immaginiamo.

Basta una fragranza per riportarci a quell'estate, a quel giorno, a quella versione di noi che avevamo quasi dimenticato.
Forse è per questo che in estate scegliamo con cura cosa mettiamo tra i capelli. Perché non è solo un gesto estetico: è una dichiarazione emotiva, un modo per scrivere nuovi ricordi o riattivare quelli che ci fanno stare bene.

UN GESTO QUOTIDIANO CHE SÁ DI LIBERTÁ